Le origini del cavallo Andaluso hanno origini molto lontane e controverse.
L’antenato dell’Andaluso era il cavallo di pura razza spagnola, splendido soggetto che in quegli anni veniva impiegato sia come mezzo di trasporto che come compagno di “battaglia” nelle cavallerie più prestigiose delle corti europee.
La svolta avviene attorno al XVII – XVIII secolo, quando incroci con grandi stalloni di varie razze straniere, in un sbagliato tentativo di migliorare la taglia, mette a serio repentaglio l’intera razza del cavallo spagnolo. Qui intervengono i monaci di Jerez della Frontera i quali avranno un ruolo fondamentale per la conservazione di questa razza equina.
I monaci certosini di Jerez della Frontera sono abili a salvaguardare la specie e dar vita a quello che oggi è l’Andaluso moderno. Animali straordinari che conservano ancora le migliori linee di sangue degli antichi cavalli dei monaci.
I certosini di Jerez ricoprono un ruolo fondamentale per il mantenimento di questo nobile destriero. Inoltre, esistono numerosi aneddoti che legano questo animale ai monaci. Primo su tutti il mantello del cavallo, un bianco tendente al grigio chiaro che ricorda l’abito monastico. Per questa sua caratteristica viene anche soprannominato “eminenza grigia”.
Anche il suo carattere ha delle analogie con i monaci certosini di Jerez: l’Andaluso è un’esemplare docile e mansueto, come l’indole degli uomini che lo hanno allevato.
Razza che dalla Certosa di Jerez della Frontera continuerà a svilupparsi nei più importanti centri ippici spagnoli dell’epoca: Cordoba e Siviglia. Città e luoghi dove i monaci certosini erano presenti e che si dedicarono con particolare attenzione alla conservazione di questa razza.
Dai monaci certosini di Jerez ai tempi nostri questo cavallo ha cambiato diversi nomi prima di essere identificato con il nome di Andaluso. L’appellativo più noto è certosino o cartujano.