L’origine della specie equina risale a circa 60 milioni di anni fa.
L’Eohippus discende dai Condilartri, un gruppo di animali che vissero sulla Terra circa 75 milioni di anni fa.
I Condilartri avevano le dimensioni di un cane o di una volpe, e le zampe avevano cinque dita, ciascuna con un’unghia cornea.
Circa quindici milioni di anni più tardi il piede del loro discendente cambiò, il piede anteriore aveva quattro dita e quella posteriore tre.
Con il passare del tempo, cambiamenti e fattori legati all’ambiente determinarono l’evoluzione di questi animali.
Il piede con le dita divise, come quelle di un cane e la somiglianza a un tapiro, indicano che l’Eohippus viveva in un ambiente con terreno morbido.
Neppure gli occhi e i denti assomigliano a quelli del cavallo attuale, un tempo i denti erano più simili a quelli di una scimmia o di un maiale.
All’Eohippus succedettero due animali simili ai cavalli contemporanei, il Mesohippus e il Miohippus: entrambi più grossi e con zampe più lunghe, inoltre avevano una dentatura più adatta a brucare. Le dita dei piedi si erano ridotte a tre.
Il cambiamento radicale del cavallo si sviluppò circa 10-25 milioni di anni fa. Il cavallo sviluppò denti adatti a brucare l’erba, la posizione degli occhi cambiò per conferire all’animale un maggiore campo visivo, anche il collo si allungò e le zampe divennero più lunghe, svilupparono legamenti più elestaci e ridussero a uno il numero delle dita, la cui unghia si trasformò in zoccolo.